CCP | C.C.P. DI SUTERA

L'ALA PERDUTA DI ICARO 
Installazioni e video 

di
Angelo Carmisciano
Sebastiano D'Amato
Laura Matraxia

Una delicata riflessione sulle attuali vicende del "Mare Nostrum"

a cura di Marilisa Yolanda Spironello

Inaugurazione 
26.09.2015 ore 20.00
c/o Ex- Chiesa degli Agonizzanti
Piazza Sant'Agata,1

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Vi sono diverse aree nel globo, fucine di transiti e di diffusione culturale e,dunque, di ricchezza spirituale e di vita. Parliamo, nella fattispecie, del Mar "Mediterraneo" americano, compreso tra il Messico, la Florida, la Costa caraibica e l'Arcipelago cubano, sulle cui sponde fiorirono le civiltà
Maya e Atzeca; del Mar "Mediterraneo" asiatico abbracciante le due Coree, la Cina, il Giappone meridionale e l'isola di Formosa, le cui rive videro l'affermarsi delle antichissime civiltà cinese e giapponese; ed infine del "Mare Nostrum", culla delle civiltà egizia, cartaginese, greca e romana. Il nostro Mediterraneo ha unito ed, al contempo, diviso nei millenni corpi da anime, impregnandosi con la materia del mito e della leggenda, nel tentativo di attraversarlo, di esplorarlo, di conoscerlo. Tutto, si può dire, inizia con la storia Dedalo e Icaro, il primo architetto dell'inquietante labirinto cretese, il secondo, a memoria umana, "prototipo" di trasvolatore che, nel tentativo di attraversare, con ali fatte di piume e cera, l'equoreo mare da Oriente ad Occidente per sfuggire alla malvagità di Minosse, finì col bruciare in tutti i sensi questa sua avventurosa impresa. E che dire dei vari naufragi in cui incorsero i marinai itacesi e la stessa loro guida Ulisse, per sottrarsi all'ira di maghe e dèi? <<Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza...>>: così li aveva eccitati l'astuto distruttore di Troia. Il discepolo di Omero, Virgilio, ci parla, invece, del Mediterraneo quale tomba liquida del pur esperto Palinuro,
mitico nocchiero di Enea, caduto in mare di notte, perché tradito dal dio Morfeo, in quanto aveva speso tutte le sue energie fisiche di abile navigatore per condurre la flotta dell'eroe troiano verso l'Italia: <<Nunc me fluctus habet/versantique in litore venti>>. Vittime illustri del nostro
orizzonte, sito fra tre Continenti, in ragione della nobile causa della libertà, della ricerca spasmodica del "nostos", del dovere da compiere fino in fondo, nonostante la prospettiva di un destino inesorabile.
Consapevolezza, questa, che anima "Ineluctabilis"'di Sebastiano D'Amato: un enorme sfera sospesa con una piume al centro, presenza inquietante che conferma come nonostante la volontà plasmi azioni o decisioni, passi o movimenti, non può nulla contro il Fato "solenne burattinaio dell'esistenza" che su di noi compie il suo arcano disegno, mostrandoci la caducità delle nostre vite. L'estremo sacrificio concesso in nome di una libertà che dovrebbe essere consustanziale alla natura dell'uomo, ma che si trasforma in meta agognata è l'epicentro nevralgico di "Sindone?"
L'opera di Angelo Carmisciano rivela al mondo un rituale catartico inverso, in cui l'espiazione del Cristo non può risolversi più nell'uno: all'umanità, quanto nell'umanità: all'uno. Non basta più il corpo ed il sangue di Cristo per salvare l'uomo, l'uomo non si salva più e il sudario a sua misura è dilagato, adesso, in un mare di lettere che compongono i grappoli di intere esistenze, mai esistite. Completa il ciclo "Anagami” di Laura Matraxia l'epilogo ad un processo di purificatio iniziato con Carmisciano che trova qui il suo approdo tematico: l'espiazione è compiuta,
la trasfigurazione da corpo a spirito - così come avvenne duemila anni fa - può dirsi finita (o quasi) e i volti che delimitano il confine dell'esistere, trascendono se stessi divenendo essenze, pure narrazioni in divenire: non raccontano più, presentano. Così, si mostrano le riflessioni dei tre artisti,interrogati sul delicato tema dell'esodo incontrollato che interessa la nostra società, in cui i nobili eroi sacrificali con una mission da compiere hanno lasciato il posto ad intere popolazioni
che, spinte da fame, guerre, carestie, genocidi e malattie, non si affidano più ad ali di piume e cera o a ubbidienti carteggi nautici per la traversata verso grigi "eldoradi" europei, ma ad allucinanti gommoni, nel tentativo tutto umano e immane di trasformare la disperazione in speranza!
Marilisa Yolanda Spironello