CENTRI CULTURALI POLIVALENTI
C.C.P. di Catania




Il Centro Culturale Polivalente di Catania è sito presso il Palazzo della Cultura, ex Convento San Placido. La riqualificazione funzionale del convento consente di ospitare spettacoli all’aperto nell’ampio chiostro e mostre temporanee nei locali siti al piano terra. Uno di questi è adibito a Centro Culturale del progetto IART. La responsabile si è curata di renderlo più asettico possibile, in modo da essere idoneo ad ospitare esposizioni. La prima ha visto l’artista in residenza Benedetta Casagrande realizzare, dietro la porta a vetri del Centro adibito a studio d’artista, l'opera con la quale è stato inaugurato il nuovo ciclo di iniziative (Untitled da Ichthys, 18 aprile - 9 maggio). Il calendario a seguire è stato pensato con una mission: sostenere la produzione di eventi artistici che siano contemporanei nella ricerca e con l’idea di estendere la rete di relazioni fuori dai confini regionali, promuovendo scambi di artisti e opere che offrano opportunità agli artisti siciliani di essere visibili in contesti nazionali ed internazionali.




















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Tell me about your night. A Mary Maddalena” è una mostra di fotografie di Valerio Eliogabalo Torrisi. Il lavoro fotografico di Valerio Eliogabalo Torrisi nasce da improvvise immagini che compaiono nella sua mente e difficilmente sono frutto di accurati studi. È come l’ispirazione di uno scrittore, che visualizza una scena e affida ad alcuni scatti fotografici il compito di raccontare una storia, invece che alle pagine di un libro. Una sceneggiatura è abbozzata, ma tanto viene lasciato all’immaginazione e intuito dello sguardo dell’osservatore per ricostruire cosa è avvenuto prima e cosa avverrà dopo ciò che viene rappresentato. E in questo il giovane artista è molto abile: il racconto non è mai banale e non si avverte l’urgenza di rappresentarne i passaggi all’apparenza più importanti. Il pudore con cui rivela i diversi sommovimenti dell’animo di Mary Maddalena è poetico.
Nel suo modo di fare arte non si può stabilire un confine tra arti, e qui la settima – il cinema – è quella che ha le influenze più evidenti. La presenza del linguaggio cinematografico trasforma lo scatto in un'immagine più simile ad un film streaming, con le tipiche fasce nere del grande schermo, ma anche dei film pirata, in un vortice tra realtà e finzione, tra immagini “alte” e riproduzione illecita. Immagini che proiettano lo spettatore in ambienti familiari, montate in un trittico che racconta una scena, come in un film still. Un film mai girato per poi essere ridotto all'osso e consegnato allo sguardo in una immagine da motore di ricerca. Il lavoro di Valerio Eliogabalo Torrisi è efficace nel mostrarci “…proprio quello che non si vede…” (cit. J.L. Godard). La modella, nonché a sua volta fotografa, Emanuela Bucceri, è la sua musa e la sua “presenza” è spesso determinante per la riuscita delle opere.
Vernissage giovedì 16 luglio dalle 18.00 alle 21. In mostra fino a sabato 25 luglio, tutti i giorni tranne domenica e lunedì dalle 16.00 alle 19.00. Ingresso libero.
Tell me about your night. A Mary Maddalena” è una mostra di fotografie di Valerio Eliogabalo Torrisi. Il lavoro fotografico di Valerio Eliogabalo Torrisi nasce da improvvise immagini che compaiono nella sua mente e difficilmente sono frutto di accurati studi. È come l’ispirazione di uno scrittore, che visualizza una scena e affida ad alcuni scatti fotografici il compito di raccontare una storia, invece che alle pagine di un libro. Una sceneggiatura è abbozzata, ma tanto viene lasciato all’immaginazione e intuito dello sguardo dell’osservatore per ricostruire cosa è avvenuto prima e cosa avverrà dopo ciò che viene rappresentato. E in questo il giovane artista è molto abile: il racconto non è mai banale e non si avverte l’urgenza di rappresentarne i passaggi all’apparenza più importanti. Il pudore con cui rivela i diversi sommovimenti dell’animo di Mary Maddalena è poetico.
Nel suo modo di fare arte non si può stabilire un confine tra arti, e qui la settima – il cinema – è quella che ha le influenze più evidenti. La presenza del linguaggio cinematografico trasforma lo scatto in un'immagine più simile ad un film streaming, con le tipiche fasce nere del grande schermo, ma anche dei film pirata, in un vortice tra realtà e finzione, tra immagini “alte” e riproduzione illecita. Immagini che proiettano lo spettatore in ambienti familiari, montate in un trittico che racconta una scena, come in un film still. Un film mai girato per poi essere ridotto all'osso e consegnato allo sguardo in una immagine da motore di ricerca. Il lavoro di Valerio Eliogabalo Torrisi è efficace nel mostrarci “…proprio quello che non si vede…” (cit. J.L. Godard). La modella, nonché a sua volta fotografa, Emanuela Bucceri, è la sua musa e la sua “presenza” è spesso determinante per la riuscita delle opere.
Vernissage giovedì 16 luglio dalle 18.00 alle 21. In mostra fino a sabato 25 luglio, tutti i giorni tranne domenica e lunedì dalle 16.00 alle 19.00. Ingresso libero.
~~Il Centro Culturale Polivalente di Catania, nell’ambito del progetto IART, presenta la rassegna LI HO VISTI ARRIVARE.
Uno sguardo ora sgomento ora sarcastico sui barbari e conquistatori. Uno sguardo ora ammirato sugli eroi straordinari di un “ordinario vivere”. Per poi ri-posarsi su giovani artisti, portatori di una visione ricca di spunti e speranza, ripercorrendo mappe di memorie e territori di una bellezza commovente. Un omaggio anche ai nuovi talenti siciliani dietro la macchina da presa e a chi restituisce uno sguardo, comunque esso sia, sempre lucido sulla realtà.
La sala del refettorio ospita l’1 e il 2 settembre una selezione di cortometraggi, mediometraggi, documentari e videoclip dalla rassegna "IART Sicily Est Festival", che si è tenuta dall’11 al 16 maggio a Le Ciminiere con la direzione artistica di Anna Maria Mazzaglia di Entr'acte. Nelle stesse sere di settembre sarà proiettato il documentario “I ART: Artist in residence” di Gabriele Gismondi su un progetto IWORLD, un viaggio tra i trenta percorsi d’arte intrapresi per la Sicilia da giovani artisti coinvolti nel progetto IART e tra le opere che hanno lasciato in dono alle comunità ospitanti.
Il 23-26-29-30 settembre dalle 16.00 alle 19.00 sarà invece possibile prendere visione on demand, nella sala del Centro Culturale Polivalente del Palazzo della Cultura di Catania di altre produzioni IART, quali “I Landscape” di Luca Ruzza (produzione Open Lab Company), “Linea 101” di Antonio Bellia (produzione Associazione Cantieri 7) e il documentario “Dalle ‘ntuppateddi ai dolci agatini” di Marilisa Jolanda Spironello, esperta tradizioni popolari IART.
~~Il Centro Culturale Polivalente di Catania, nell’ambito del progetto IART, presenta la rassegna LI HO VISTI ARRIVARE.
Uno sguardo ora sgomento ora sarcastico sui barbari e conquistatori. Uno sguardo ora ammirato sugli eroi straordinari di un “ordinario vivere”. Per poi ri-posarsi su giovani artisti, portatori di una visione ricca di spunti e speranza, ripercorrendo mappe di memorie e territori di una bellezza commovente. Un omaggio anche ai nuovi talenti siciliani dietro la macchina da presa e a chi restituisce uno sguardo, comunque esso sia, sempre lucido sulla realtà.
La sala del refettorio ospita l’1 e il 2 settembre una selezione di cortometraggi, mediometraggi, documentari e videoclip dalla rassegna "IART Sicily Est Festival", che si è tenuta dall’11 al 16 maggio a Le Ciminiere con la direzione artistica di Anna Maria Mazzaglia di Entr'acte. Nelle stesse sere di settembre sarà proiettato il documentario “I ART: Artist in residence” di Gabriele Gismondi su un progetto IWORLD, un viaggio tra i trenta percorsi d’arte intrapresi per la Sicilia da giovani artisti coinvolti nel progetto IART e tra le opere che hanno lasciato in dono alle comunità ospitanti.
Il 23-26-29-30 settembre dalle 16.00 alle 19.00 sarà invece possibile prendere visione on demand, nella sala del Centro Culturale Polivalente del Palazzo della Cultura di Catania di altre produzioni IART, quali “I Landscape” di Luca Ruzza (produzione Open Lab Company), “Linea 101” di Antonio Bellia (produzione Associazione Cantieri 7) e il documentario “Dalle ‘ntuppateddi ai dolci agatini” di Marilisa Jolanda Spironello, esperta tradizioni popolari IART.
~~Il Centro Culturale Polivalente di Catania, nell’ambito del progetto IART, sostiene e promuove il dialogo tra artisti siciliani e artisti delle principali capitali europee dell’arte contemporanea.
Venerdì 12 giugno alle ore 18 presso il Centro Culturale Polivalente del Palazzo della Cultura di Catania l’associazione culturale beBOCS presenta il nuovo progetto BOCS Ltd (Catania / Berlino / Londra), promosso nell’ambito del progetto “IART Il polo diffuso per le identità e l’arte contemporanea in Sicilia”.
BOCS “Box Of Contemporary Space” è lo spazio espositivo indipendente presente dal 2008 nel cuore del quartiere di San Cristoforo di Catania che, grazie al lavoro di ricerca e produzione artistica portata avanti negli anni con rigore e coerenza dall’associazione beBOCS, si è affermato in Italia quale importante punto di riferimento per la formazione della scena artistica emergente siciliana.
BOCS Ltd (Catania / Berlino / Londra) è l’ultimo progetto di network internazionale ideato e organizzato da Giuseppe Lana e Claudio Cocuzza - rispettivamente direttore artistico e direttore tecnico di beBOCS - in collaborazione con Marcella Borzì, responsabile del CCP di Catania, per supportare gli artisti che gravitano intorno al primo artist run space costituito a Catania, in un confronto internazionale in grado di alimentare lo scambio di idee sui nuovi processi di lavoro e gli approcci al contemporaneo. Catania, Berlino, Londra sono le città che BOCS Ltd intende collegare fisicamente e metafisicamente attraverso cicli di mostre itineranti tra il 2015 e il 2016. Propedeutico al neo-nato progetto è stato lo scambio avvenuto lo scorso anno a Berlino tra artisti siciliani e artisti dello spazio espositivo Schau Fenster. Oggi, proseguendo nel suo percorso, BOCS amplia il raggio di azione coinvolgendo Londra, importantissima piattaforma internazionale per gli artisti di tutto il mondo e punto nevralgico dell'arte e dell'economia europea. Il Centro Culturale Polivalente di Catania è il luogo che accoglie e favorisce il confronto tra gli artisti e spazi espositivi coinvolti nel progetto. Nella sala del Palazzo della Cultura di Catania, dedicata all’arte contemporanea, si alterneranno tra giugno, luglio e settembre tre mostre di artisti scelti dai rispettivi spazi espositivi e che caratterizzano le loro realtà artistiche.
BOCS inaugura il nuovo ciclo di appuntamenti con Filippo Leonardi e Sebastiano Mortellaro, in mostra fino al 26 giugno al Palazzo della Cultura, in via Vittorio Emanuele n. 127 . Il secondo appuntamento vede lo spazio Shau Fenster di Berlino essere rappresentato dagli artisti Ekaterina Mitichkina and Johannes Buss (31 luglio - 8 agosto 2015): Il terzo appuntamento i lavori site specific di Rochelle Fry e Sally Morfill dello spazio espositivo Five Years di Londra (5 - 15 settembre 2015).
Con l’avvio del progetto BOCS Ltd nella sede del Centro Culturale Polivalente di Catania, gli spazi espositivi di Berlino e Londra inseriscono a loro volta nella programmazione degli eventi 2015 / 2016 esposizioni che vedono protagonisti gli artisti siciliani, in un proficuo scambio culturale.
Il catalogo è a cura di Miriam La Rosa, curatrice indipendente, museologa, scrittrice nissena che vive e lavora a Londra.
~~Il Centro Culturale Polivalente di Catania, nell’ambito del progetto IART, sostiene e promuove il dialogo tra artisti siciliani e artisti delle principali capitali europee dell’arte contemporanea.
Venerdì 12 giugno alle ore 18 presso il Centro Culturale Polivalente del Palazzo della Cultura di Catania l’associazione culturale beBOCS presenta il nuovo progetto BOCS Ltd (Catania / Berlino / Londra), promosso nell’ambito del progetto “IART Il polo diffuso per le identità e l’arte contemporanea in Sicilia”.
BOCS “Box Of Contemporary Space” è lo spazio espositivo indipendente presente dal 2008 nel cuore del quartiere di San Cristoforo di Catania che, grazie al lavoro di ricerca e produzione artistica portata avanti negli anni con rigore e coerenza dall’associazione beBOCS, si è affermato in Italia quale importante punto di riferimento per la formazione della scena artistica emergente siciliana.
BOCS Ltd (Catania / Berlino / Londra) è l’ultimo progetto di network internazionale ideato e organizzato da Giuseppe Lana e Claudio Cocuzza - rispettivamente direttore artistico e direttore tecnico di beBOCS - in collaborazione con Marcella Borzì, responsabile del CCP di Catania, per supportare gli artisti che gravitano intorno al primo artist run space costituito a Catania, in un confronto internazionale in grado di alimentare lo scambio di idee sui nuovi processi di lavoro e gli approcci al contemporaneo. Catania, Berlino, Londra sono le città che BOCS Ltd intende collegare fisicamente e metafisicamente attraverso cicli di mostre itineranti tra il 2015 e il 2016. Propedeutico al neo-nato progetto è stato lo scambio avvenuto lo scorso anno a Berlino tra artisti siciliani e artisti dello spazio espositivo Schau Fenster. Oggi, proseguendo nel suo percorso, BOCS amplia il raggio di azione coinvolgendo Londra, importantissima piattaforma internazionale per gli artisti di tutto il mondo e punto nevralgico dell'arte e dell'economia europea. Il Centro Culturale Polivalente di Catania è il luogo che accoglie e favorisce il confronto tra gli artisti e spazi espositivi coinvolti nel progetto. Nella sala del Palazzo della Cultura di Catania, dedicata all’arte contemporanea, si alterneranno tra giugno, luglio e settembre tre mostre di artisti scelti dai rispettivi spazi espositivi e che caratterizzano le loro realtà artistiche.
BOCS inaugura il nuovo ciclo di appuntamenti con Filippo Leonardi e Sebastiano Mortellaro, in mostra fino al 26 giugno al Palazzo della Cultura, in via Vittorio Emanuele n. 127 . Il secondo appuntamento vede lo spazio Shau Fenster di Berlino essere rappresentato dagli artisti Ekaterina Mitichkina and Johannes Buss (31 luglio - 8 agosto 2015): Il terzo appuntamento i lavori site specific di Rochelle Fry e Sally Morfill dello spazio espositivo Five Years di Londra (5 - 15 settembre 2015).
Con l’avvio del progetto BOCS Ltd nella sede del Centro Culturale Polivalente di Catania, gli spazi espositivi di Berlino e Londra inseriscono a loro volta nella programmazione degli eventi 2015 / 2016 esposizioni che vedono protagonisti gli artisti siciliani, in un proficuo scambio culturale.
Il catalogo è a cura di Miriam La Rosa, curatrice indipendente, museologa, scrittrice nissena che vive e lavora a Londra.
~~Uno spazio fisico e uno spazio della memoria. E anche della malinconia di ricordi inafferrabili. Di luoghi vissuti o che non lo sono più.
Questo è INDOOR, esposizione di dipinti di Filippa Santangelo e Giona Messina che offre due punti di vista molto diversi sul loro mondo interiore e scelte stilistiche.
Inaugurazione venerdì 21 agosto alle ore 19.00.
In mostra al Centro Culturale Polivalente di Catania fino al 29 agosto.
Via Vittorio Emanuele n. 127
Giorni e orari di apertura al pubblico: dal martedì al sabato, ore 17.00 - 19.00. Ingresso libero.
~~
Breve Biografia
Filippa Santangelo nasce nel 1980 a Siracusa, dove vive fino al diploma classico. Nel 2009 intraprende il percorso artistico iscrivendosi all’Accademia di Belle Arti di Catania.
Studia e lavora a Catania.
Nel percorso di ricerca intrapreso nel 2011 e che, intuitivamente, intende ritrarre e fermare l’interiorità dell’autore, rincorrendo la solitudine e la decadenza delle stanze dell’animo, si muove in continua, nervosa e necessaria evoluzione verso luoghi e forme che, da romantici, diventano spersonalizzati e asettici, da riconoscibili, si dissolvono in nebbiosità cromatiche per poi, infine, sbilanciate, crollare sull’osservatore, foriere di un’affermazione non altrimenti esprimibile.
Giona Messina nasce a Terni nel 1993. Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Catania, accompagnato nel suo percorso di ricerca dal docente Salvo Russo. Nel 2013 realizza un dipinto murale all’interno dei locali de “La Rinascente” di Catania. Nello stesso anno viene scelto per partecipare al laboratorio libero istituito dall’ABA di Venezia e al workshop di anatomia organizzato da “La Sapienza” di Roma all’Universitè Renè Descartes di Parigi.
Di recente ha partecipato con una piccola equipe al restauro della riproduzione storica della “Provvidenza”, barca del romanzo di Verga “i Malavoglia. Studia e lavora a Catania.
Tra le diverse mostre collettive, si annovera nel 2015 la presenza di entrambe gli artisti alla mostra “Artisti di Sicilia. Nuovi talenti”, al Palazzo della Cultura di Catania.
~~Uno spazio fisico e uno spazio della memoria. E anche della malinconia di ricordi inafferrabili. Di luoghi vissuti o che non lo sono più.
Questo è INDOOR, esposizione di dipinti di Filippa Santangelo e Giona Messina che offre due punti di vista molto diversi sul loro mondo interiore e scelte stilistiche.
Inaugurazione venerdì 21 agosto alle ore 19.00.
In mostra al Centro Culturale Polivalente di Catania fino al 29 agosto.
Via Vittorio Emanuele n. 127
Giorni e orari di apertura al pubblico: dal martedì al sabato, ore 17.00 - 19.00. Ingresso libero.
~~
Breve Biografia
Filippa Santangelo nasce nel 1980 a Siracusa, dove vive fino al diploma classico. Nel 2009 intraprende il percorso artistico iscrivendosi all’Accademia di Belle Arti di Catania.
Studia e lavora a Catania.
Nel percorso di ricerca intrapreso nel 2011 e che, intuitivamente, intende ritrarre e fermare l’interiorità dell’autore, rincorrendo la solitudine e la decadenza delle stanze dell’animo, si muove in continua, nervosa e necessaria evoluzione verso luoghi e forme che, da romantici, diventano spersonalizzati e asettici, da riconoscibili, si dissolvono in nebbiosità cromatiche per poi, infine, sbilanciate, crollare sull’osservatore, foriere di un’affermazione non altrimenti esprimibile.
Giona Messina nasce a Terni nel 1993. Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Catania, accompagnato nel suo percorso di ricerca dal docente Salvo Russo. Nel 2013 realizza un dipinto murale all’interno dei locali de “La Rinascente” di Catania. Nello stesso anno viene scelto per partecipare al laboratorio libero istituito dall’ABA di Venezia e al workshop di anatomia organizzato da “La Sapienza” di Roma all’Universitè Renè Descartes di Parigi.
Di recente ha partecipato con una piccola equipe al restauro della riproduzione storica della “Provvidenza”, barca del romanzo di Verga “i Malavoglia. Studia e lavora a Catania.
Tra le diverse mostre collettive, si annovera nel 2015 la presenza di entrambe gli artisti alla mostra “Artisti di Sicilia. Nuovi talenti”, al Palazzo della Cultura di Catania.
~~HANDBOOKS
a cura di Valentina Lucia Barbagallo | Giuseppe Mendolia Calella
Opening giovedì 2 luglio ore 18.00
Centro Culturale Polivalente - Palazzo della Cultura
Via Vittorio Emanuele n. 127 Catania
“Il libro d’artista non può essere ricondotto al libro illustrato da un artista, che in genere è chiamato a interpretare graficamente testi altrui, con i quali si sente al più una particolare rispondenza (...) Neppure può essere confuso con l’editoria autogestita che ebbe una larga diffusione tra gli anni Sessanta e Settanta (…) dato che nella maggior parte dei casi questa attività assolveva al compito di documentare il proprio lavoro ed intenzionalmente, con una forte carica ideologica (…) In questo caso il libro, realizzato spesso da un unico autore a sue spese o insieme dai componenti dello stesso gruppo, e stampato con mezzi poveri (ciclostile, macchine a spirito, matrici di carta, ecc.) oppure ricorrendo ai nuovi sistemi di riproduzione (fotocopiatrice, offset, ecc.) è visto come un comodo strumento di diffusione (…) conta il rapporto che si stabilisce col destinatario, tendendo alla costituzione di una piccola società estetica e non si investe la struttura del libro in quanto tale (…) (Luciano Caruso)
Qual è il rapporto che lega il libro, l’immagine e la parola? Nel caso del libro d’artista i tre elementi hanno il medesimo comune denominatore: l’autore che ne decide il contenuto, la forma, stabilendo le relazioni e le realizzazioni. Handbooks è un progetto espositivo che intende riflettere sul libro d’artista in formato cartaceo e sull’equivoco che tale supporto spesso genera, specie se accompagnato da parole che confondono chi osserva, facendolo cadere nell’errore di trovarsi di fronte ad un libro ecfrastico o illustrato quando, in realtà, il libro è un unico oggetto d’arte che si compone di più linguaggi e di vari supporti.
Handbooks presenta una serie di libri fatti a mano e di libri da toccare con mano, realizzati da alcuni artisti siciliani che vivono e lavorano in Italia e all’estero. Marco Cassarà, Irene Catania, Tothi Folisi, Gianluca Lombardo, Federico Lupo, Giuseppe Mendolia Calella e Stefania Zocco interpretano il libro in forme e modalità diverse: chi realizza libri fotografici, chi unisce le immagini alle parole d’altri, chi usa i pastelli, chi la carta piegata, chi i colori, chi la monocromia.
I risultati sono tanti incipit di libri diversi sebbene si presentino tutti come libri finiti. Ma quale finitezza ha l’arte, se non la certezza di alimentare nuove possibilità, il pensiero e l’emozione dell’uomo!
In mostra al Centro Culturale Polivalente di Catania fino all’11 luglio.
Giorni e orari di apertura al pubblico: dal martedì al sabato, ore 16.00 – 19.00. Ingresso libero.
www.b-a-l-l-o-o-n.it www.facebook.com/CentroCulturalePolivalenteCatania
~~HANDBOOKS
a cura di Valentina Lucia Barbagallo | Giuseppe Mendolia Calella
Opening giovedì 2 luglio ore 18.00
Centro Culturale Polivalente - Palazzo della Cultura
Via Vittorio Emanuele n. 127 Catania
“Il libro d’artista non può essere ricondotto al libro illustrato da un artista, che in genere è chiamato a interpretare graficamente testi altrui, con i quali si sente al più una particolare rispondenza (...) Neppure può essere confuso con l’editoria autogestita che ebbe una larga diffusione tra gli anni Sessanta e Settanta (…) dato che nella maggior parte dei casi questa attività assolveva al compito di documentare il proprio lavoro ed intenzionalmente, con una forte carica ideologica (…) In questo caso il libro, realizzato spesso da un unico autore a sue spese o insieme dai componenti dello stesso gruppo, e stampato con mezzi poveri (ciclostile, macchine a spirito, matrici di carta, ecc.) oppure ricorrendo ai nuovi sistemi di riproduzione (fotocopiatrice, offset, ecc.) è visto come un comodo strumento di diffusione (…) conta il rapporto che si stabilisce col destinatario, tendendo alla costituzione di una piccola società estetica e non si investe la struttura del libro in quanto tale (…) (Luciano Caruso)
Qual è il rapporto che lega il libro, l’immagine e la parola? Nel caso del libro d’artista i tre elementi hanno il medesimo comune denominatore: l’autore che ne decide il contenuto, la forma, stabilendo le relazioni e le realizzazioni. Handbooks è un progetto espositivo che intende riflettere sul libro d’artista in formato cartaceo e sull’equivoco che tale supporto spesso genera, specie se accompagnato da parole che confondono chi osserva, facendolo cadere nell’errore di trovarsi di fronte ad un libro ecfrastico o illustrato quando, in realtà, il libro è un unico oggetto d’arte che si compone di più linguaggi e di vari supporti.
Handbooks presenta una serie di libri fatti a mano e di libri da toccare con mano, realizzati da alcuni artisti siciliani che vivono e lavorano in Italia e all’estero. Marco Cassarà, Irene Catania, Tothi Folisi, Gianluca Lombardo, Federico Lupo, Giuseppe Mendolia Calella e Stefania Zocco interpretano il libro in forme e modalità diverse: chi realizza libri fotografici, chi unisce le immagini alle parole d’altri, chi usa i pastelli, chi la carta piegata, chi i colori, chi la monocromia.
I risultati sono tanti incipit di libri diversi sebbene si presentino tutti come libri finiti. Ma quale finitezza ha l’arte, se non la certezza di alimentare nuove possibilità, il pensiero e l’emozione dell’uomo!
In mostra al Centro Culturale Polivalente di Catania fino all’11 luglio.
Giorni e orari di apertura al pubblico: dal martedì al sabato, ore 16.00 – 19.00. Ingresso libero.
www.b-a-l-l-o-o-n.it www.facebook.com/CentroCulturalePolivalenteCatania
~~Il Centro Culturale Polivalente di Catania presenta venerdì 9 ottobre, unica data, l’installazione audio video Pseudo - Live di Fisherman’s Bastion. Pseudo - live è la presentazione dell'album di debutto di Fisherman's Bastion, un progetto di sperimentazione musicale nato alla fine del 2013. L'identità degli autori dietro il bastione non è chiara, si sa solo che quest'entità Fisherman's Bastion ama definirsi indipendente dall'ego del musicista. Un consorzio di sperimentazione audio anti performativa, dove la necessità di un frontman diventa assolutamente obsoleta se non addirittura da contrastare. È l'alternativa allo status dell'individuo musicale che finisce per automatizzare azione e poesia in un‘unica dimensione installativa. Ecco che si esplicita il significato del progetto: una musica da guardare e mostrare in contesti espositivi, un unico corpus di lavori sulla musica che riflettono sul loro stesso linguaggio all'infinito fino all'implosione.
Pseudo - live è il rito, l'unica occasione possibile in cui l'installazione, attraverso un gioco di rimandi di significati, da immobile oggetto contemplato diventa soggetto esplicitamente attivo, musicista, connotato da elementi ben precisi.
L'installazione è un progetto dell‘artista Simone Caruso che per l'occasione ha collaborato con Fisherman's Bastion al fine di raggiungere visivamente e concettualmente l'obiettivo prefissato. Hanno lavorato al progetto anche: Alessandra Tavella (sia come musicista che collaboratrice nella realizzazione dell'installazione), il collettivo canecapovolto che ha curato lo Pseudo-Live e ha realizzato il video del primo singolo e ha supportato Fisherman nelle varie fasi del lavoro e la produzione è stata affidata alla Doremillaro (sb)recs etichetta catanese nemica dei giusti e quindi unica realtà indipendente che coerentemente ha prodotto un lavoro contro se stessa e contro la musica.
~~Il Centro Culturale Polivalente di Catania presenta venerdì 9 ottobre, unica data, l’installazione audio video Pseudo - Live di Fisherman’s Bastion. Pseudo - live è la presentazione dell'album di debutto di Fisherman's Bastion, un progetto di sperimentazione musicale nato alla fine del 2013. L'identità degli autori dietro il bastione non è chiara, si sa solo che quest'entità Fisherman's Bastion ama definirsi indipendente dall'ego del musicista. Un consorzio di sperimentazione audio anti performativa, dove la necessità di un frontman diventa assolutamente obsoleta se non addirittura da contrastare. È l'alternativa allo status dell'individuo musicale che finisce per automatizzare azione e poesia in un‘unica dimensione installativa. Ecco che si esplicita il significato del progetto: una musica da guardare e mostrare in contesti espositivi, un unico corpus di lavori sulla musica che riflettono sul loro stesso linguaggio all'infinito fino all'implosione.
Pseudo - live è il rito, l'unica occasione possibile in cui l'installazione, attraverso un gioco di rimandi di significati, da immobile oggetto contemplato diventa soggetto esplicitamente attivo, musicista, connotato da elementi ben precisi.
L'installazione è un progetto dell‘artista Simone Caruso che per l'occasione ha collaborato con Fisherman's Bastion al fine di raggiungere visivamente e concettualmente l'obiettivo prefissato. Hanno lavorato al progetto anche: Alessandra Tavella (sia come musicista che collaboratrice nella realizzazione dell'installazione), il collettivo canecapovolto che ha curato lo Pseudo-Live e ha realizzato il video del primo singolo e ha supportato Fisherman nelle varie fasi del lavoro e la produzione è stata affidata alla Doremillaro (sb)recs etichetta catanese nemica dei giusti e quindi unica realtà indipendente che coerentemente ha prodotto un lavoro contro se stessa e contro la musica.
~~Cosa è Instagram ce lo spiega in una battuta la homepage dedicata all’applicazione che in pochi anni ha cambiato il rapporto con la fotografia di milioni di persone: “Instagram rappresenta un modo semplice per catturare e condividere i momenti più belli della tua vita”.
È infatti la vita, l’anima di chi fotografa l’oggetto stesso delle fotografie catturate con Instagram. Non ci raccontano di avvenimenti, non immortalano oggetti e persone alle quali si offre in dedica uno sguardo ammirato, bensì mettono a nudo le preferenze, le ossessioni, l’ironia e il mondo così come unicamente lo si percepisce e narcisisticamente lo si mostra. E i filtri? Servono a restituire una dimensione del reale che appartiene alla soggettività dell’autore, con una intenzione estetica che esprime una poetica propria, da esibire, acquisendo così una dimensione artistica.
Maurizio Malfa Martena presenta sabato 26 settembre alle ore 19.00 al Centro Culturale Polivalente di Catania GENERAZIONE INSTAGRAM, un progetto tanto semplice quanto potente nell’exhibit: un numero ancora imprecisato di professionisti e non della fotografia, con i quali Martena è legato da rapporti di stima e di lavoro, sono invitati a presentare le loro Instagram, aggiungendo ancora del personale nella scelta di quelle che tra tante ci offrono delle informazioni in più sulle loro vite.
~~Cosa è Instagram ce lo spiega in una battuta la homepage dedicata all’applicazione che in pochi anni ha cambiato il rapporto con la fotografia di milioni di persone: “Instagram rappresenta un modo semplice per catturare e condividere i momenti più belli della tua vita”.
È infatti la vita, l’anima di chi fotografa l’oggetto stesso delle fotografie catturate con Instagram. Non ci raccontano di avvenimenti, non immortalano oggetti e persone alle quali si offre in dedica uno sguardo ammirato, bensì mettono a nudo le preferenze, le ossessioni, l’ironia e il mondo così come unicamente lo si percepisce e narcisisticamente lo si mostra. E i filtri? Servono a restituire una dimensione del reale che appartiene alla soggettività dell’autore, con una intenzione estetica che esprime una poetica propria, da esibire, acquisendo così una dimensione artistica.
Maurizio Malfa Martena presenta sabato 26 settembre alle ore 19.00 al Centro Culturale Polivalente di Catania GENERAZIONE INSTAGRAM, un progetto tanto semplice quanto potente nell’exhibit: un numero ancora imprecisato di professionisti e non della fotografia, con i quali Martena è legato da rapporti di stima e di lavoro, sono invitati a presentare le loro Instagram, aggiungendo ancora del personale nella scelta di quelle che tra tante ci offrono delle informazioni in più sulle loro vite.
Approda al Centro Culturale Polivalente del Palazzo della Cultura di Catania l’ultima tappa del progetto di Residenza d’artista di Clémentine Carsberg, svoltasi tra ottobre e novembre 2014 presso l’Associazione Culturale Areacreativa42 di Rivarolo Canavese (Torino). Saranno presentati le fotografie di Carmen Cardillo e il catalogo della residenza d'artista a cura di Karin Reisovà e Martina Furno, Edizioni Mediterraneum.
L’artista marsigliese ha tratto ispirazione da una stanza del secondo piano di Casa Toesca, sede dell’associazione, per realizzare un’installazione in papier peint nello spazio della limonaia. Secret de famille è il riassunto della meditazione condotta sui segni del tempo che ripercorrono la casa e la carta da parati, nonostante la sua fragilità, è stato il materiale prescelto per far rivivere le memorie, suggerire il ricordo, ed esprimere nuovi significati, intimi e universali al tempo stesso. La residenza è stata accuratamente documentata dalla fotografa Carmen Cardillo, la quale da alcuni anni collabora con Areacreativa42 e di recente ha inaugurato presso l’associazione la sua personale Alias / Selfportraits (5-30 novembre 2014). La sua presenza discreta e silenziosa, le sue osservazioni e la sua sensibilità sono state di fondamentale importanza per l’artista e di contributo allo sviluppo del progetto. Lei stessa afferma che «nelle dimore antiche, il tempo si prende il tempo per scorrere, la percezione si dilata» e le sue fotografie hanno lo scopo di restituire quel senso di scoperta iniziale, di rivelazione nato nell’incontro con la stanza “in alto”. Grazie alla collaborazione di Marcella Borzì, responsabile del Centro Culturale Polivalente del Comune di Catania (centro realizzato con i fondi della Unione Europea nell’ambito del progetto IART Il polo diffuso per le identità e l’arte contemporanea in Sicilia), e Marilisa Yolanda Spironello, esperta in tradizioni culturali e identità locali, la sequenza fotografica giunge a Catania, terra natia della Cardillo, e
sarà preziosa occasione per far rivivere quel segreto di famiglia, dar forma al ricordo, evocare nuove storie… Farci immergere in un luogo “altro”, in una soffitta dove gli oggetti accumulati non sono altro che memorie di carta. In occasione della mostra sarà attivato un workshop che coinvolgerà nell’allestimento, nell’apertura e nella vigilanza due studenti dell'Accademia di Belle Arti di Catania. Appuntamento mercoledì 20 maggio alle ore 18 per l’inaugurazione.
Approda al Centro Culturale Polivalente del Palazzo della Cultura di Catania l’ultima tappa del progetto di Residenza d’artista di Clémentine Carsberg, svoltasi tra ottobre e novembre 2014 presso l’Associazione Culturale Areacreativa42 di Rivarolo Canavese (Torino). Saranno presentati le fotografie di Carmen Cardillo e il catalogo della residenza d'artista a cura di Karin Reisovà e Martina Furno, Edizioni Mediterraneum.
L’artista marsigliese ha tratto ispirazione da una stanza del secondo piano di Casa Toesca, sede dell’associazione, per realizzare un’installazione in papier peint nello spazio della limonaia. Secret de famille è il riassunto della meditazione condotta sui segni del tempo che ripercorrono la casa e la carta da parati, nonostante la sua fragilità, è stato il materiale prescelto per far rivivere le memorie, suggerire il ricordo, ed esprimere nuovi significati, intimi e universali al tempo stesso. La residenza è stata accuratamente documentata dalla fotografa Carmen Cardillo, la quale da alcuni anni collabora con Areacreativa42 e di recente ha inaugurato presso l’associazione la sua personale Alias / Selfportraits (5-30 novembre 2014). La sua presenza discreta e silenziosa, le sue osservazioni e la sua sensibilità sono state di fondamentale importanza per l’artista e di contributo allo sviluppo del progetto. Lei stessa afferma che «nelle dimore antiche, il tempo si prende il tempo per scorrere, la percezione si dilata» e le sue fotografie hanno lo scopo di restituire quel senso di scoperta iniziale, di rivelazione nato nell’incontro con la stanza “in alto”. Grazie alla collaborazione di Marcella Borzì, responsabile del Centro Culturale Polivalente del Comune di Catania (centro realizzato con i fondi della Unione Europea nell’ambito del progetto IART Il polo diffuso per le identità e l’arte contemporanea in Sicilia), e Marilisa Yolanda Spironello, esperta in tradizioni culturali e identità locali, la sequenza fotografica giunge a Catania, terra natia della Cardillo, e
sarà preziosa occasione per far rivivere quel segreto di famiglia, dar forma al ricordo, evocare nuove storie… Farci immergere in un luogo “altro”, in una soffitta dove gli oggetti accumulati non sono altro che memorie di carta. In occasione della mostra sarà attivato un workshop che coinvolgerà nell’allestimento, nell’apertura e nella vigilanza due studenti dell'Accademia di Belle Arti di Catania. Appuntamento mercoledì 20 maggio alle ore 18 per l’inaugurazione.
~~Il progetto Ichthys esplora la relazione tra religione e violenza.
Lontana dall’intento di avere un approccio critico al Cattolicesimo, Benedetta Casagrande si approccia alla religione per indagarne gli aspetti più antropologici, partendo dal presupposto che i divieti e le trasgressioni trovino radice nel tentativo di controllare gli eccessi passionali dettati dagli istinti di sessualità e morte insiti nella natura.
L’artista si interroga su quali siano le radici arcaiche dei tabù, del rapporto complesso che l’umanità ha col proprio corpo, della vergogna che prova per la sua dimensione organica, nonché della difficoltà a rapportarsi al tema della morte. Questi tabù diventano poi più evidenti se pensati in relazione al corpo femminile, oggetto privilegiato dall’obiettivo fotografico dell’artista.
Amante del barocco, Benedetta Casagrande sfrutta i simbolismi cristiani per stimolare gli spettatori a porsi domande riguardo alla nostra percezione del sacro e del profano e sulla nostra intima relazione con l'erotismo e la morte. Il campo di indagine dell’artista è dunque la ricerca dell’origine di quella frattura che ha separato l'uomo dalla natura, dando vita al fenomeno dei divieti e delle trasgressioni che culminino nei rituali sacrificali religiosi, con le loro violenze e contraddizioni.
Il progetto prende nome dal greco Ichthys, 'pesce', che significa 'Iesus Christos Theou Yous' - Gesù Cristo, figlio di Dio, Salvatore.
L’opera principale in mostra riproduce La Pietà di Michelangelo in chiave contemporanea. Si tratta di un’opera composta da tre immagini fotografiche montate in un trittico ligneo che richiama l’iconografia religiosa medievale.
La Madonna di Benedetta Casagrande è una Madonna delle Passioni, una Madonna sicula che abbraccia la natura contraddittoria del sacro e del profano, della morte e della vita. L’immagine centrale si concentra sul sacrificio della Vergine, che vede morire suo figlio, e sui culti che perpetuano il sacrificio di Cristo.
Riflettendo sul simbolismo del pesce, simbolo arcaico per il corpo di Cristo, e sulla violenza dell'origine del rituale sacrificale, un tonno va a sostituire il corpo di Cristo. La scelta dell’artista non può non richiamare alla mente dello spettatore anche il tradizionale rito della mattanza e ancor più l’attualità della scarsa reperibilità dei tonni, dovuta ad un abuso di ingordigia. L’uomo se li è mangiati tutti!
~~Il progetto Ichthys esplora la relazione tra religione e violenza.
Lontana dall’intento di avere un approccio critico al Cattolicesimo, Benedetta Casagrande si approccia alla religione per indagarne gli aspetti più antropologici, partendo dal presupposto che i divieti e le trasgressioni trovino radice nel tentativo di controllare gli eccessi passionali dettati dagli istinti di sessualità e morte insiti nella natura.
L’artista si interroga su quali siano le radici arcaiche dei tabù, del rapporto complesso che l’umanità ha col proprio corpo, della vergogna che prova per la sua dimensione organica, nonché della difficoltà a rapportarsi al tema della morte. Questi tabù diventano poi più evidenti se pensati in relazione al corpo femminile, oggetto privilegiato dall’obiettivo fotografico dell’artista.
Amante del barocco, Benedetta Casagrande sfrutta i simbolismi cristiani per stimolare gli spettatori a porsi domande riguardo alla nostra percezione del sacro e del profano e sulla nostra intima relazione con l'erotismo e la morte. Il campo di indagine dell’artista è dunque la ricerca dell’origine di quella frattura che ha separato l'uomo dalla natura, dando vita al fenomeno dei divieti e delle trasgressioni che culminino nei rituali sacrificali religiosi, con le loro violenze e contraddizioni.
Il progetto prende nome dal greco Ichthys, 'pesce', che significa 'Iesus Christos Theou Yous' - Gesù Cristo, figlio di Dio, Salvatore.
L’opera principale in mostra riproduce La Pietà di Michelangelo in chiave contemporanea. Si tratta di un’opera composta da tre immagini fotografiche montate in un trittico ligneo che richiama l’iconografia religiosa medievale.
La Madonna di Benedetta Casagrande è una Madonna delle Passioni, una Madonna sicula che abbraccia la natura contraddittoria del sacro e del profano, della morte e della vita. L’immagine centrale si concentra sul sacrificio della Vergine, che vede morire suo figlio, e sui culti che perpetuano il sacrificio di Cristo.
Riflettendo sul simbolismo del pesce, simbolo arcaico per il corpo di Cristo, e sulla violenza dell'origine del rituale sacrificale, un tonno va a sostituire il corpo di Cristo. La scelta dell’artista non può non richiamare alla mente dello spettatore anche il tradizionale rito della mattanza e ancor più l’attualità della scarsa reperibilità dei tonni, dovuta ad un abuso di ingordigia. L’uomo se li è mangiati tutti!