Artist in residence
Il programma di ARTIST IN RESIDENCE
“ARTIST IN RESIDENCE” è stata l’esperienza di residenza d’artista - realizzatasi nell’ambito del progetto I ART – durante la quale, trenta giovani artisti, provenienti da vari luoghi d'Italia, d'Europa e del Mediterraneo, hanno soggiornato in Sicilia, in 29 comuni differenti, da fine marzo a fine aprile 2015, e hanno prodotto opere ispirate al genius loci e al tesoro di beni materiali e immateriali di cui è ricca la Sicilia.
Le opere resteranno patrimonio del paese, secondo il linguaggio pluriforme dell’arte contemporanea: pittura, scultura, arti tattili e design, fotografia e arti audiovisive, musica e composizioni sonore. Tutte le nuove creazioni sono originali e utilizzano iconografie, immagini, materiali, tecniche e processi produttivi, di evidente espressione della tradizione siciliana, ma che risultano attualizzati nel loro codice estetico, secondo il sentire di ogni singolo artista.
Vogliamo ringraziare sinceramente TUTTI gli artisti che hanno partecipato, che ci hanno contattato in questi mesi, che si sono impegnati a ideare progetti per la valorizzazione delle identità immateriali siciliane. Abbiamo ricevuto circa 600 domande da artisti di tutte le età e da diverse parti d’Europa e dei paesi delle sponde del Mediterraneo, è stata una selezione difficile per il valore dei progetti e dei curricula presentati. Siamo certi che con tanti di quelli che non sono stati selezionati dalla giuria (composta da Sebastiano Riso, Salvatore Russo, Angela Lipomi, Luca Ruzza, Marina Sajeva e Alice Cordaro) avremo modo di re-incontrarci e collaborare su futuri progetti.
Grazie a tutti.
Di seguito le schede dei 30 artisti che hanno partecipato ad “Artist in Residence” e dei progetti realizzati:
Albulena Borovci – Corredo come arte
Alessia Arena – SSL (Sicilian Sound Landscape)
Anaïs Bloch – I Mask
Anastasjia Dubovska – Caretakers (custodi)
Andrea Minuti – Sacromare
Antonio Mainenti - Caulkestrator: L’orchestra del calafato
Tatiana Mutilva – Le donne nascoste
Gaetano Crivaro – Il borgo analogico
Xavier Josè Cunilleras – Landscape
Valentina Arena – Kore
Benedetta Casagrande – Ichthys
Serena Laborante – Adesso e nell’ora
Marco Dal Bo – Pasqua a Ferla ("a Sciaccariata")
Carla Cardinaletti – Turn on the key. Homage to the Farm Children's Museum
Elena Mistrello – Fiabe e leggende piazzesi
Lucio Bolognesi/Basik – Thauma (The Torments of St. Anthony the Abbot)
Coqeuilicot Mafille – Ricami per Santa Ninfa
Elena Cologni – Lo scarto
Florian Tuercke – RAG(YOU)SA
Robert Mathy – Tarant-drone. Dalla tradizione all’innovazione
Sara Ricciardi – Porta sugli Iblei
Maria Vinolo Bereguel – Non sono sola. Cura di te, Non siamo vecchie ma sagge
Giorgio Di Palma – Tempo un mese
Iodice / Sarracino – Appunti di Sutura
Jimmy Power – Sounds like Ficarra
Lisa Wade – La croce la porto io
Fonte&Poe – La giostra dell’avvicinamento
Rui Inácio – Quant’è bella la natura
We Are Müesli – The great Palermo. Una storia di cibo e trasformazione
Christiano Sossi – Soundscape of Palermo
Arte Community Specific
Marina Sajeva, curatrice del progetto
Partecipare a una residenza è un’esperienza che ogni artista dovrebbe fare. Amplia il proprio network lavorativo, offre l’opportunità di conoscere contesti culturali nuovi e dinamici. Spesso, infatti, le residenze sono promosse da importanti centri del Sistema dell’arte con la ‘S’ maiuscola.
Partecipare al programma di residenze d’artista del progetto I Art, invece, è stato più che un’esperienza una sfida. Sul piatto c’erano altre istanze, oltre ovviamente alla finalità precipua del bando di selezione, ossia la richiesta della produzione di un’opera che rileggesse in chiave contemporanea i beni immateriali della Sicilia.
Arrivare in piccoli centri in cui, nella maggior parte dei casi, il tempo sembra si sia fermato e provare a spogliarsi delle abitudini proprie dell’uomo di oggi: connessione wifi gratuita nei luoghi pubblici, mezzi di trasporto veloci, riscaldamenti autonomi, ecc. Questa la prima sfida che ognuno dei trenta artisti, chi più chi meno, ha dovuto affrontare accettando le destinazioni finali: Pollina, Ferla, Galati Mamertino, Vizzini, Gangi. Pochi esempi questi, per dare l’idea della dimensione raccolta, periferica, premoderna in certi casi, di alcune sedi.
Un’altra istanza, oltre quella prettamente logistica, è stata quella generazionale e geografica: mondi agli antipodi si sono scontrati in un cortocircuito linguistico, sociologico e culturale. Ma, dopo lo shock iniziale, lo scontro è diventato incontro, e le differenze punti di forza, chiavi per provare ad entrare dentro l’anima del luogo che li stava ospitando. Accolti come membri della comunità, essa è diventata “musa” di un lavoro artistico dall’approccio community specific: opere pensate o realizzate con e per la gente di quella determinata comunità.
Sono stati tutti, in modi diversi, progetti partecipati: hanno cucito e dipinto insieme; si sono confrontanti sui temi da sviluppare davanti a un caffè fatto in casa, o hanno progettato insieme gli allestimenti da usare. Inoltre, è da evidenziare come la coincidenza temporale delle residenze con il periodo pasquale, sia stata un’occasione unica di entrare davvero dentro un immaginario collettivo caratterizzante della nostra isola, quello religioso. Molti artisti, infatti, ne hanno tratto ispirazione sia visiva che sonora. Infine, e ciò si vede molto bene nel documentario prodotto, un soggetto a cui molti hanno dedicato il loro tributo è stata la Natura: i paesaggi siciliani colti nella loro più sublime bellezza, quella della primavera.
La sfida è stata vinta da tutti, soprattutto dalla Sicilia, che oggi è più ricca di opere d’arte straordinarie, fatte della sua stessa anima.